lunedì 8 agosto 2016

Intervista a Chiara Giacobelli (Un disastro chiamato Amore)

Buongiorno cuori librosi. La settimana scorsa ho intervistato Chiara Giacobelli, autrice dell'ormai noto romanzo "Un disastro chiamato amore"  pubblicato dalla casa editrice Leggereditore.
Buona lettura!



1) Il tuo romanzo è senz'altro uno dei piú belli di questa estate. Hai intenzione, prossimamente o tra qualche anno, di deliziarci con una nuova storia? Se si, avrà alcuni tratti in comune con le avventure di Vivienne o sará completamente diversa?                 
Innanzitutto grazie per considerarlo tale! A dire il
vero io scrivo di continuo, quindi sono sicura che pubblicherò un nuovo romanzo, ma non so quale uscirà prima. Potrebbe essere il seguito di "Un disastro chiamato amore", o più probabilmente qualcosa che tratterà il tema della clownterapia e dell'adozione. Sto lavorando già da tempo alle storie di tre personaggi che si intrecciano all'interno di un reparto di oncologia pediatrica, dove ho trascorso parecchie ore per studi e ricerche legati appunto al romanzo che vorrei scrivere. Sarà quindi completamente diverso, drammatico e profondo, molto emozionale, senza tuttavia perdere la leggerezza e anche quel tratto di ironia che mi caratterizza sia come persona che come autrice. Penso che certi argomenti vadano trattati per varie ragioni, tra cui la responsabilità sociale di uno scrittore e la voglia di mettersi alla prova con tematiche più impegnate, ma al tempo stesso credo che li si debba affrontare con la giusta morbidezza, altrimenti rischiano di spaventare e allontanare il pubblico. Insomma, ci si gioca tutto sulle emozioni che si vanno a suscitare nel lettore. Un progetto difficile, ambizioso, a cui tengo particolarmente.... E questo è solo uno dei tanti!
Nel frattempo, il 25 agosto uscirà il tascabile di "Forse non tutti sanno che nelle Marche..." della Newton Compton Editori, libro che ha avuto finora sufficiente successo da decidere di lanciarlo sul mercato in forma economica con una distribuzione più ampia. A novembre verrà invece pubblicata sempre dalla Newton la guida "101 cose da fare in Veneto almeno una volta nella vita": la consiglio a tutti perché il Veneto è semplicemente meraviglioso! Io l'ho scoperto attraverso questa esperienza e ne sono rimasta affascinata, a differenza della Liguria che era già nel mio cuore da anni.


                   





2) Da quanto tempo stavi pensando di scrivere questo libro? Hai avuto sin da subito le idee chiare su tutte le vicende della storia o essa ha subito parecchi cambiamenti da come l'avevi immaginata?

"Un disastro chiamato amore" è stato scritto di getto, senza pensarci troppo su: un giorno mi sono messa al computer e, siccome era un periodo in cui non stavo lavorando a causa di una malattia, seguendo il consiglio dei medici mi ci sono buttata a capofitto, come in tutto ciò che faccio. Niente nella mia vita ha una lunga gestazione, a parte una sola cosa che tuttavia non rivelo.
Nonostante ciò, la storia ha subito tantissimi cambiamenti rispetto a come era nata, non per mio volere ma passando sotto l'editing della mia agenzia letteraria prima e della casa editrice poi. A lavori terminati, mi rendo conto che questo romanzo è di molto migliore rispetto a quello iniziale scritto da me e ciò è segno che durante questi mesi ho imparato tantissimo. Avere dei maestri o dei tutor esperti e professionali è fondamentale, soprattutto se non ci si può permettere di frequentare scuole di scrittura troppo costose.  

3) ll Golfo dei Poeti è uno dei luoghi principali di tutta la storia. Come mai hai scelto proprio questo?                                                                                                                                                                                                  



Per ispirazione. Si parla sempre di quei luoghi che in qualche modo riescono a toccare le corde della tua anima... quale miglior scenario di un golfo incantevole che per millenni ha affascinato poeti, scrittori, artisti, letterati? E' la storia, oltre alla natura, ai paesaggi e all'atmosfera, a renderlo così magico e unico in tutta Italia. Da vedere per chi ancora non l'abbia fatto, meglio se fuori stagione.

4) Marco penso sia una figura molto importante: è la spalla su cui piangere della nostra Vivienne ma anche un fedele amico di entrambi i protagonisti. Ti sei ispirata a qualcuno per costruire questo personaggio o è solo frutto della tua immaginazione?


E' quasi interamente frutto della mia immaginazione, nonostante anche io da adolescente avessi fondato la Giacobelli & Co. Investigations (Viv fonda la Vuloir & Co. Investigations) e qualche mio fidato amico o amica mi venisse dietro nelle mie follie. Abbiamo compiuto spedizioni, ricerche e pedinamenti in gruppo con tanto di parrucche e occhialoni per non farci riconoscere, ammazzandoci dalle risate! Ad essere onesta ancora qualche volta lo faccio, e trovo sempre una fedele scagnozza pronta ad accompagnarmi. Credo che se non avessi fatto la scrittrice sarei diventata la nuova Sherlock Holmes.

5) Vivienne, a parer mio, è una ragazza molto forte che cerca in tutti i modi di realizzare il proprio sogno, ovvero quello di diventare scrittrice, trascurando anche alcuni commenti poco "rassicuranti" ricevuti dai suoi amici. Nonostante ciò ha continuato a credere in se stessa e nelle proprie capacità. Qual è il consiglio che daresti a tutte coloro che vogliono coltivare la sua stessa passione?                                                                                                                                                                             
                                                                                                                                                                                                
 Rispondo con qualche verso della canzone "Sogna, ragazzo, sogna" di Vecchioni:                                                                                    
                                                                                  "E ti diranno parole rosse come il sangue
Nere come la notte,
Ma non è vero, ragazzo,
Che la ragione sta sempre col più forte.
Io conosco poeti
Che spostano i fiumi con il pensiero
E naviganti infiniti
Che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
E credi solo a quel che vedi dentro.
Stringi i pugni, ragazzo,
Non lasciargliela vinta neanche un momento.
(...)
 

                                                                       
Sogna, ragazzo sogna,
Non cambiare un verso della tua canzone,
Non lasciare un treno fermo alla stazione,
Non fermarti tu.

(...)

Lasciali dire che al mondo
Quelli come te perderanno sempre
Perché hai già vinto, lo giuro,
E non ti possono fare più niente".

6) Tu hai scritto questo romanzo in un periodo difficile della tua vita. In una situazione simile, durante la quale hai sicuramente  provato molto sconforto e dolore, dove hai trovato la forza per scrivere qualcosa di così divertente?

Nell'auto-ironia, che poi è una delle armi più potenti per sconfiggere, o quantomeno tentare di affrontare, qualunque avversità della vita. Se guardi a fondo, c'è del comico in qualunque tragedia, e c'è del tragico in ogni commedia.





Spero che l'intervista vi sia piaciuta, un bacio
Angela

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